venerdì 15 gennaio 2016

signori e signore il freezer è ghiacciato

Benvenuti miei fedeli seguaci in un nuovo articolo del freezer che come al solito per mancanza di tempo e voglia e rimasto vuoto per quasi due mesi, o almeno così dice la regia.
Non posso però dire che in questo periodo non siano successi avvenimenti degni di nota, perché ne sono successi, ad esempio il freezer è finalmente entrato in funzione, e se non fosse per la gentile concessione di mamma foresta che ci lascia bruciare i suoi giovani pargoli, beh, a quest’ora sarei sepolto in una bara di ghiaccio stile fiaba Disney.
E invece no, sono ancora qui a parlare, e cosa sarà successo di importante se non Natale? Ah natale, i regali, l’albero, la neve; anzi no, la neve no. L’unico anno dalla guerra del golfo in cui il Natale ha l’erbetta verde che si vede dalla finestra e chi se lo becca? Io, chiaro e limpido. Ma non contenti una tempesta di vento che sembrava dovesse farci finire nel mondo di Oz ha pensato bene di tagliare i fili della corrente, così Natale è risultato anche buio e senza doccia; si, l’acqua arriva da una pompa elettrica, e al generatore per fare quelli bravi abbiamo attaccato l’albero di Natale (non scherzo, ma faceva luce).
Ma Natale è Natale, è stato bello lo stesso e, anche senza riscaldamento elettrico, i camini e il pigiama di Batman hanno combattuto l’ipotermia.
Pochi giorni dopo, la neve ha deciso di fare la grazia agli ski resort e mettersi in moto per benino. E via, aspettavo solo questo, con due stagionali e quei mini impianti che si ritrovano qua in ogni caso si riesce a sciare, è vero che si passa più tempo in seggiovia che sulle piste ma questo non è considerato un problema, come d’altra parte la barra di sicurezza delle seggiovie: non esiste, tanto che utilità ha? Come conseguenza dell’apertura degli impianti l’hdad mi ha insegnato la giocoleria sugli sci, non è nemmeno eccessivamente frustrante tolto il dover risalire la collina di forza ad ogni sbaglio, e così adesso, cioè un paio di settimane dopo, sciamo scambiando le clave da giocoleria, e io mi becco un pass gratis.
Inoltre la neve non decide di cadere pochi cm alla volta, nono, un giorno esci in felpa e prendi il bus come ogni mattina, la mattina dopo lo stesso bus deve mandare una squadra di pattuglia delle nevi con cani annessi per scavare e issarti a forza sul bus. Non è colpa mia se la strada qua è sterrata e spalare la neve non è la cosa più divertente al mondo.
Rimanendo in argomento (fino a che non ho aggiunto un paragrafo in mezzo era l’argomento precedente giuro, ma sono pigro per cambiare ndr) East Jordan ora ha un nuovo juggling club, e il presidente sarebbe il sottoscritto. Ma da grandi poteri derivano… no, non è vero, devo solo insegnare a chi vuole capirci qualcosa due giorni a settimana dopo scuola, questo non mi pesa e mi diverto decisamente. In più considerando che a scuola ormai ci si conosce tutti è assolutamente un bel modo di passare i pomeriggi. Addirittura verrà la televisione locale martedì prossimo. Sono una star, mica per altro dimentico il blog. Autografi solo a pagamento.

Ed infine, ultimo ma non ultimo, ho avuto la possibilità di volare in florida e visitare le Florida Keys. Le isolette più a sud degli stati uniti, tutte collegate da ponti e pieni di natura. Abbiamo visitato, mangiato e osservato. Siamo andati fino al punto più a sud degli Stati Uniti, solo 90 miglia da Cuba. Giocato a beach volley su una spiaggia deserta e guardato artisti di strada esibirsi al tramonto più famoso delle Keys. Fatto snorkeling su una barriera corallina che nemmeno sapevo esistesse, tra relitti bombardati e barracuda. Dormito in ristoranti con annessa piscina e riso perché hanno il coraggio di riscaldare piscine già calde per l’aria. Imparato parole nuove e assaggiato nuovi cibi. Osservato panorami e guidato sull'oceano. E dopo tre giorni intensi la strada per Miami stava già scorrendo veloce, la strada che alla fine ci avrebbe portato a Detroit e a casa. Ma ho realizzato, ho realizzato che fino a qualche mese fa Miami era una città in tv per i film di polizia, Detroit solo un nome di sottofondo per trasmissioni dopo pranzo o qualche cantante di successo. Ma ora ci sono dentro, ci sono stato, ci ho viaggiato e ho visto posti di cui non parlavo nemmeno e ho forse capito chi sono e dove sono. E una sensazione strana, ma mi piace.

domenica 18 ottobre 2015

scuola e neve in ottobre

Sisi lo so che sono mancato per taanto tempo, ma la scuola mi prende un sacco e non ho mai momenti liberi. Ma ho pensato che magari da ora in poi non scriverò resoconti dettagliati, ma più che altro momenti e/o pensieri, altrimenti mi riesce impossibile stare dietro al tutto.
Perciò si, la scuola è cominciata da quasi un mese ormai e ci sto facendo l’abitudine. È effettivamente più semplice della scuola italiana, ma, perché c’è un ma, il carico di compiti è lo stesso se non maggiore di quello italiano. Ebbene si, devo fare i compiti, non per tutte le materie dal momento che ce ne sono un paio che non essendo propriamente “materie” non richiedono compiti, sono semestrali e fanno da momento relax durante tutta la giornata, anche se hanno voti normali e insegnanti altrettanto normali o quasi (nel mio caso drama e leadership). In ogni caso dopo che riesci ad aprire l’armadietto senza difficoltà e ti riesci ad orientare senza sbagliare la classe in cui dovresti essere (senza mappa, troppo facile se no), perché tal giorno non si fa tal classe, puoi essere considerato un alunno modello. Exchange non sono trattati da poveri scappati di casa qual sono, ma considerati un sacco e trattati al pari di tutti, hanno ovviamente qualche vantaggio e/o considerazione in più, ma più il tempo passa meno questi vantaggi sono evidenti. Non ho ben capito il motivo del parlare in terza persona dal momento che sono parte della categoria. E questa frase non ha senso dal momento che potrei cancellare e riscrivere, ma non mi va.
I professori sono molto meno formali di quelli italiani e applicano davvero il “se non hai capito ti rispiego”, ci passano delle ore. Spesso accettano l’uso di elettronica in classe ma solo a scopo educativo (cit), e di conseguenza la scuola fornisce ipads agli studenti, unica pecca agli exchange arrivano dopo non si sa per quale strano inghippo burocratico.
Ma arriveranno, come il mio libro di anatomia che è in order da 1 mese ancora un po’.
Ma sono minuzie, non importano, siamo trattati talmente bene che il pranzo è gratis. Non potevo non fare nulla con la quantità di cibo che il mio stomaco richiede e che la scuola propone e allora ho iniziato controvoglia una delle cose che più ho odiato nei miei anni italiani: cross country. La scelta migliore che potessi fare, ho conosciuto un sacco di persone con cui vado d’accordo, e in più mi alleno come un matto. Gli allenamenti sono durissimi e non finiranno prima di 3 settimane, 4 se ci qualifichiamo per gli states. Problemino: ieri ha nevicato, due calcoli, è ottobre, correre con la neve non era nelle mie aspettative, ma è un buon punto perché vuol dire che magari apriranno gli impianti e via di stagione invernale. Magari senza correre. Non sotto la neve. Non 5km. Al massimo corro per prendere il pullman. Cammino veloce, forse.
Tornando alla scuola, è diverso, pensandoci bene, anche per il fatto che in italia la scuola finisce e sei fuori. Vai a casa, studi e se hai da fare di certo non è a scuola. Qua la scuola finisce e si rimane per allenamenti, compiti, chiacchiere e relax, si sta nell’edificio molto più di quanto ero abituato, e non è necessariamente un male. Si ha molto più tempo per socializzare o capire come funzionano le cose, e poi non si è lì per fare lezione.
Comincia a fare freddo, qua in famiglia si accendono i camini e i cavalli passano la notte nella stalla, gli alberi sono colorati e c’è odore di inverno per strada, ma è bello, non mette tristezza, unica pecca per guardare film con cioccolata calda come un pensionato dovrei avere netflix che non ho… Ma anche questo si risolverà.
Il fuoco salva la vita di noi poveri freezeriani, aah gran scoperta quella. I giorni proseguono e io sono più che orgoglioso della scelta che ho fatto.
Per il momento il breve aggiornamento è concluso, l’esperienza procede per il meglio, il tutto è sempre più familiare e non ho ancora avuto momenti no. Non posso lamentarmi.
Giuro che proverò a essere più frequente sul blog così magari non devo essere troppo sintetico perché mi dimentico quello che è successo.
Cari saluti

Domani mi alleno

mercoledì 9 settembre 2015

Primo periodo e adattamento

Ciao a tutti e bentornati, sono passate ormai tre settimane da quando ho messo piede in freezer, che al momento freezer non è, ma solo ora ho il tempo per raccontarvi in breve quello che mi è successo.
Il 12 agosto, dopo aver lasciato New York, vengo abbandonato in uno degli aeroporti più piccoli al mondo: Traverse city.
Lì vengo accolto, dopo qualche disorientamento iniziale, dalla hmum e dopo i saluti di rito ci avviamo verso casa, che scopro essere a un’oretta di distanza. Hanno una concezione particolare delle distanze, per loro un viaggio che a noi potrebbe risultare lungo è una passeggiata in edicola. Ma in ogni caso dopo un’ora che pensavo sarebbe stata estremamente imbarazzante arrivo a casa senza che mi sia pesata più di tanto, riuscendo anche a scambiare qualche parola incappando nelle difficoltà del caso.
Ho solo il tempo di disfare la valigia, presentarmi all’hdad che è riuscito a tornare a casa per l’occasione, che subito mi viene chiesto se voglio partecipare ad uno spettacolo la sera stessa, non che sia obbligato, ma in realtà non ero così stanco da rifiutare. E allora è implicito che io sia anche disposto ad affrontare altre 2 ore di viaggio, superare il ponte che divide le due penisole e salire nella UP per la prima volta in 5 ore da mio arrivo, non si può dire che non sia stata una giornata piena. La serata prosegue nel migliore dei modi, spettacoli, incomprensioni, presentazioni, interrogatori e interviste, ma non sono un problema finché la stanchezza non comincia a divertirsi per rendermi il tutto più complicato, mischiando pensieri e parole in un bellissimo arcobaleno di caos linguistico e mentale. Alle 21 è ora di affrontare le 2 ore di ritorno, ma gli occhi mi si chiudono continuamente e il viaggio fino a casa sembra estremamente breve, il percorso fino al letto non lo ricordo ma credo sia stato sulle mie gambe e infine so di essermi svegliato il giorno dopo. Ne sono particolarmente sicuro. Il secondo giorno caso vuole che sia il compleanno della hmum, e il gioco simpatico della vita decide di farmi tornare nella Up con le ormai consuete 2 ore di viaggio per una cena di famiglia. Il tutto è molto divertente, non mi sento in imbarazzo e non ci sono problemi. Torno in macchina con il figlio grande, ragazzo che ha dovuto decidere tra medicina e carriera da cantante, ma dimostra la parte di carriera abbandonata durante tutto il viaggio cantando a squarciagola per le ormai consuete due ore, rendendo il viaggio molto più divertente, ma ormai è tardi, ho solo più il tempo di mettermi a letto e aspettare il collasso imminente. Da qui gli avvenimenti sono un po’ più radi e mi limiterò a brevi descrizioni fino ad arrivare più o meno al presente, che sarebbe oggi circa direi.
Le attività non mancano, e in tre giorni ho già fatto 2 spettacoli e ben tre ore di kayak su un fiume stupendo, forse riuscirò ad allegare qualche foto connessione permettendo; (ah la leggenda delle superconnessioni americane non vale a East Jordan) in ogni caso la giornata del kayaking è stata estremamente stancante, rilassante e divertente, non credevate che queste tre cose potessero coesistere? Vi sbagliavate. Ma le novità non sono finite, tocca imparare ad andare a cavallo, e per la prima volta scopro che questi sono animali a comando vocale, non c’è bisogno di tirare briglie o piantare talloni, con qualche verso riuscirete a essere i migliori cowboy del Michigan. Salvo che con me i comandi vocali sembrano non funzionare, credo sia a causa dell’accento, e il mio nobile destriero fa di tutto per evitare di dovermi portare ancora a spasso, compito che ovviamente non gli riesce.
Si passa a qualche giorno di palestra e corse per la strada per tentare di mantenere un minimo di forma che il cibo poco salutare cerca di farmi perdere, e infine ad un destriero a pedali meno nobile del cavallo citato sopra ma sicuramente ubbidiente, e la sua ubbidienza mi porta fino al Lake Michigan, che tanto lake non sembra, sostanzialmente è oceano, con tanto di spiagge, onde e orizzonte piatto. Profuma anche di mare, il che è strano dal momento che pensavo fosse dovuto al sale, che guarda a caso è proprietà esclusiva del mare. Ma ormai ho capito che tutto è sproporzionato, laghi compresi. E sul lago ho potuto navigare in un favoloso giorno di sole; con la “Attitude Check” ovvero il motoscafo della famiglia, mi hanno fatto vedere tutto Lake Charlevoix e dopo essere quasi rimasti senza benzina ho affrontato il mio terzo bagno al lago, o secondo… non ricordo. Seguito dalla root beer, bevanda analcolica stupenda di cui comincerò l’importazione, diversa da qualunque altra bevanda avessi mai assaggiato è risultata un’ottima scoperta.
La sensazione è che tutti siano estremamente gentili e tutti si conoscano, e pur essendo un paese piccolo la vita della comunità è tanta. Mi trovo molto bene, sono accettato tranquillamente e sono tutti curiosi e decisi a spiegarmi tutto quello che sanno sul territorio e sulla vita del paese, sto molto bene. A breve comincerà la scuola, probabilmente alla pubblicazione di questo articolo sarà già cominciata, e allora la sfida ricomincerà. Ben venga, sono pronto.


mercoledì 19 agosto 2015

New York, l'America dei film

Ciao a tutti e benvenuti di nuovo nel blog, per un po’ non ho scritto, più o meno dai giorni prima della partenza, ma questo sarà un riassunto di tutto quello che è successo nell’ultima settimana circa.
Prima di tutto la preparazione dei bagagli e i giorni prima della partenza: ho vissuto molto bene gli ultimi giorni in Italia, ho salutato tutti ma senza fare nulla in particolare, ho semplicemente fatto ciò che mi andava come fossero normalissimi giorni di routine, godendomi il relax e tutto quello che l’estate comporta. Sono uscito, ho mangiato fuori, mi sono svegliato tardi la mattina e mi sono divertito. Tutto questo fino alla preparazione delle valigie, i kg che l’aeroporto concede sono pochissimi se uno deve vivere immerso nella neve per un anno. Perciò dopo lunghe fatiche siamo riusciti a sforare di solo 500g il bagaglio da stiva e circa 1kg per il bagaglio a mano, ma tranquilli, non lo pesano neanche per sbaglio, perciò non è stato un problema tolte le ansie iniziali. Perciò beh, la mattina del 12 agosto ho salutato tutti e sono salito sull’aereo che in 9 lunghe ore, un paio di film, e cibo non troppo ben definito mi ha portato a New York, fortunatamente la compagnia era ottima e le ore sono passate in fretta. I paurosi controlli dell’immigration sono piccole formalità che si passano molto in fretta per chi fosse spaventato. Premetto, New York, gran bel posto da visitare, ma credo che viverci non sia minimamente pensabile, questione di gusti ovviamente. È pazzesco, tutto è più grande e soprattutto più alto. Se devono costruire qualcosa loro provano a impilarla, che sia una chiesa o un ufficio, e difficilmente non ci riescono, perciò il torcicollo è assicurato e sicuramente vi scontrerete contro folle di lavoratori in giacca cravatta e 24 ore molto indaffarati essendo intenti a guardare il cielo, come voi d’altra parte, non capita tutti i giorni di sentirsi minuscoli ma estremamente contenti. Ovviamente la gente si sposta se per caso state per scontrarvi, ma se una si sposta altre 15 compaiono, è pazzesca la quantità di gente che gira per strada facendo qualunque cosa. Sembra davvero di essere immersi in un film.
3 giorni per visitare ny non sono tanti, perciò si corre un po’ ovunque cercando di guardare il più possibile, e devo dire che il tutto era organizzato molto bene. Le pause, il tempo libero e tutto il resto erano pensate alla perfezione ed erano perfette anche per distruggere corpo e mente e permetterci così di collassare la sera sul letto, ma nessun problema, di solito il collasso cominciava all’ora di cena. Senza contare il jet lag che ovviamente si divertiva a farci venire fame e sonno ad orari improponibili per la vita newyorkese, ebbene si, anche in piena notte, soprattutto in piena notte. Parentesi: l’albergo che doveva essere un due stelle molto tristi era invece stupendo, piscina, camere ottime e aria condizionata a palla tutto il giorno (se andate negli Usa una coperta portatevela perché non si regolano, o è spenta o è al massimo con escursioni termiche imprevedibili e spaventosamente eccessive). Il cibo è un punto focale, mangiano sempre, mangiano qualunque cosa e ovunque, per strada tutti hanno del cibo o, se sono molto di fretta, da bere, solitamente tazzoni di caffè orribile a cui farete l’abitudine. Le porzioni sono molto diverse, e dal momento che i pranzi vanno comprati da soli il mio consiglio è moolta attenzione. Mezzo pollo con patate e spinaci non è facile da finire anche se costa 6 dollari, parere mio, e se gli spinaci sono coperti di aglio è più difficile ancora. Fortunatamente i costi non sono altissimi e se si cerca il posto giusto si può mangiare male spendendo poco. Ma il fatto strano, che però spiega diverse cose è che spesso le bibite costano meno dell’acqua, ed è più facile a quel punto ritrovarsi schifezze in mano. Se chiedendo salse nei fast food vi aspettate striminzite porzioni a pagamento state sbagliando, nella borsa vi infileranno una 20 di bustine tossiche di salsa.

Ma è un film, un bellissimo film caotico che non rispecchia l’America ma che va vissuto almeno una volta. Si impara e si capisce, si sorride e si corre tra un grattacielo e l’altro, incuranti di persone che non vi vedranno mai più, inseguendo uno dei panorami più famosi al mondo con un panino in mano e lo sguardo verso il cielo. Incrocerete mille occhi ma neanche uno vi guarderà, parlerete con estranei e vi aiuteranno con piacere a trovare posti che le vostre cartine non prevedono. Questa è New York, l’America dei film, l’America del sogno, l’America dove non vivrei ma che ho amato per qualche giorno. Mi sembrava inutile descrivere palazzi e visite, se ne trovano centinaia su internet. Ho preferito osservare le particolarità e le differenze di cui non si parla, pregi e difetti di una caotica e stupenda città da cartolina ce dall’alto dei suoi palazzi mostra ancora parti di cielo. Spero abbiate apprezzato. Fateci un salto. 

giovedì 9 luglio 2015

Appuntamento Visto

Ciao a tutti e bentornati in freezer. Sono tornato a scrivere e, mancando circa un mese alla partenza, sto concludendo gli ultimi passaggi burocratici. L'ultimo è stato il visto, obbligatorio per poter restare negli Stati Uniti per periodi di tempo prolungati, e un anno a quanto pare è abbastanza prolungato. Perciò, dopo aver compilato la marea di moduli molto divertenti nei quali viene chiesto se sei per caso un terrorista, se traffichi bambini e tante domande simpatiche di questo tipo, viene confermato l'appuntamento in consolato, nel mio caso a Milano verso l'ora di pranzo circa. Ammetto, per evitare tensioni famigliari, di non aver compilato tutti i moduli da solo, grazie padre per l'aiuto.
Quest'anno i documenti per problemi interni sono stati consegnati molto in ritardo rispetto al normale, ma tolti questi problemi e il numero infinito di moduli per il resto è semplicemente una formalità.
Riassumo lo svolgimento del temutissimo colloquio (mi spiace deludervi ma il console neanche lo vedrete nella gran parte dei casi):
Arrivati in consolato con gli altri weppini abbiamo aspettato di essere messi in coda per entrare nella struttura. Attenzione, non portate nulla con voi perché all'interno può entrare il vostro corpo e basta, il cellulare spento al massimo, sempre se, come nel nostro caso, le cassette per lasciarlo non siano finite e si liberino solo dopo averlo lasciato a qualcuno insieme alle borse, ovviamente sotto adeguato pagamento, simpaticoni.
Dopo essere entrati vi troverete davanti una struttura molto simile a quella di un aeroporto, tappeto per il controllo a raggi x con cassettino dove appoggiare i documenti compilati, il passaporto e le foto, nel mio caso anche il portafoglio (attenzione a non mettere le mani in tasca troppo in fretta o verrete ripresi dalla guardia, non scherzo) e metal detector. Passati i controlli di sicurezza, mica roba da tutti, si verrà spediti al settimo piano, dove il temuto colloquio con il console, da tutti immaginato dietro una scrivania, in un ufficio formale molto riservato si trasforma in un appuntamento in posta con tanto di numerini, che, sul tabellone della coda, per divertimento di chi attende non seguirà un ordine preciso, ma salterà numeri avanti e indietro senza una logica precisa che in ogni caso si cercherà inutilmente di trovare.
Il colloquio si dividerà in tre sportelli proprio come in posta:
Sportello 1- Vi sarà chiesto di consegnare passaporto, foto e cartellina che vi sarà distribuita la mattina stessa dagli addetti wep. Poi si dovrà  firmare un modulo dopo il quale sarete liberi di tornare a sedervi.
Sportello 2- Verranno registrate le dieci impronte digitali, non preoccupatevi, il funzionario vi spiegherà come fare, leggete il labiale perchè non si sente nulla nella stanzina.
Sportello 3- Il temutissimo colloquio ridotto a qualche domanda, nel mio caso in italiano anche se credo che a qualcuno siano state fatte in inglese. Tutto molto banale, ad esempio dove andrai? (attenti a non rispondere Stati Uniti che la signorina vi guarderà con disprezzo, mea culpa.) Hai parenti in USA? Ci sei mai stato? Sei in contatto con la famiglia? Da chi è composta? Tutte domande di questo tipo molto generali a cui molto spesso la risposta sarà semplicemente si o no. Vi verrà consegnato quindi il ds 20 19 da portare poi in aeroporto se volete essere ammessi negli Stati Uniti e il passaporto resterà a loro in  attesa di essere compilato e spedito poi in agenzia o a casa.
Potrete quindi, dopo questa emozionante coda in posta, consegnare il badge di visitatore e avviarvi verso casa dopo aver recuperato i vostri oggetti lasciati in mani altrui.
Questo è tutto ciò che serve sapere per poter avere il fantastico visto, che ci metterà circa una settimana prima di essere pronto. Eravate preoccupati? Bene non ce n'è bisogno. Solo, se vi chiedono se siete terroristi rispondete con serietà, il contrario potrebbe essere un problema, prendono tutto molto seriamente.
Spero di essere stato utile, alla prossima.

giovedì 25 giugno 2015

Benvenuti in freezer e varie

Ciao a tutti, benvenuti nel mio blog, io sono Emanuele, ho 17 anni e vivo attualmente a Torino, ancora per poco, sono un futuro exchange student che ad agosto volerà negli Stati Uniti per vivere, e a quanto pare studiare, per un anno in un paese diverso dal proprio. Destinazione Michigan, con precisione East Jordan, su al nord, molto nord, molto freddo, ma non sarà un problema, io e il freddo diventeremo amici, e se non amici almeno conoscenti. Apro un blog per aggiornare chi è in Italia, raccontare un po' la mia futura esperienza che in realtà è in parte cominciata, esattamente da quando ho scoperto di non dover passare un intero anno sotto ad un ponte come avevo ormai programmato e ho invece scoperto, da una chiamata inattesa alla quale neanche ho risposto subito, che qualcuno aveva avuto la malsana idea di ospitarmi per 10 mesi, beati loro, beato me,un posto d'onore nella mia liste dei santi. Da allora sono passati circa tre mesi, sono successe tante cose, tante persone e tante novità che cominciano a dare un'idea di ciò che stai per iniziare e che magari vi racconterò in seguito. Mancano meno di due mesi alla partenza e le cose da fare sono tante, il blog può essere tolto dalla lista, ora posso trasferire tutta la mia esperienza da qualche parte, è un bene, non andrà perso nulla e spero di poter intrattenere voi con prossime avventure. Informazioni sulla famiglia: quello che posso annunciare è che mi piace, chiaramente conosco solo quel poco che mi è stato comunicato e le poche parole scambiate con loro, ma il complesso devo dire è assolutamente positivo. La casa è dispersa in un bosco a quanto sembra, poco distante dal paesino che è East Jordan, hanno diversi animali e questo sarà un lato particolarmente interessante dell'esperienza; vi aspettate cani e gatti? Suvvia, sarebbe scontato, si uniscono alla festa galline, maiali, un toro e diversi cavalli, tutti destinati al grosso freezer invernale, quello ambientale, per carità. La casa è poco distante da un lago, come ogni cosa in Michigan in effetti, la famiglia pratica tantissime attività. Sarò l'unico loro ospite per tutto il periodo, e i figli della coppia che avrà l'onore di accogliermi sono tutti grandi e comunque fuori casa, può essere un bene o un male, lo scopriremo con il tempo.
Questo doveva semplicemente essere un articolo di spiegazione, approfondirò il tutto prossimamente, ma non avessi fatto il primo passo avrei continuato a rimandare, perciò il necessario è stato svelato. Prossimamente approfondirò e aggiungerò punti rispetto alla spiegazione iniziale, ma per sta sera concludo qui.
Alla prossima